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vedimenti che in aiuto del papa andavansi maturando, dietro l’iniziativa sopratutto che avevane presa la cattolica Spagna.

Riporta difatti il Farini nei capitoli IX e X del terzo volume una lunga ed animata corrispondenza che il Gioberti teneva, ed il cui scopo quello era soprattutto di scindere fra loro le potenze cattoliche collo spauracchio di sanguinosi conflitti che il loro intervento avrebbe Senza meno arrecato, e del detrimento che al loro protetto sarebbe per derivarne.1

Voleva in una parola il Gioberti spezzare le fila della lega cattolica, che sotto gli auspici della cattolica Spagna erasi formata, e che proseguivasi risolutamente sotto la direzione del ministro de Pidal e per gl’impulsi del Martinez de la Rosa che ne fu, secondo tutte le apparenze, il più attivo e risoluto negoziatore. Voleva rompere decisamente il Gioberti la riazione di cui Gaeta era il nido, e voleva sostituirne una a suo modo. La prima aveva un carattere universale, e quindi cattolico, la seconda era circoscritta all’Italia, con viste tutte mondane e d’interesse semplicemente italiano. Direm meglio e più chiaramente, che la civiltà del mondo e la felicità umana eran favoriti dalla prima; lo scompiglio, i disastri, le irrequietezze, la barbarie, la tirannia plateale eran preparati pei popoli dalla seconda, e l’alito animatore della medesima era la cupidigia di regno in favore del Piemonte.

La prima dunque secondo l’indole del papato era la più confacente, e quella sola che poteva preferirsi. Il papa essendo padre di tutti i cattolici, i cattolici essendo sparsi per tutto il mondo, l’intervento cumulativo di varie potenze era intervento cattolico, quale convenivasi alla Santa Sede. Era in fine l’aiuto e la protezione alla casa del padre, la sua indipendenza ed incolumità futura che i figli eran chiamati ad assicurargli col loro intervento.


  1. Vedi la lettera del Gioberti al Bertrand de Lis Incaricato di Spagna in Torino, del 6 gennaio 1849, nel Farini, vol. III, pag. 170.