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della rivoluzione di roma | 19 |
Ed il generale Gallieno comandante la civica, con un ordine del giorno raccomandava l’ordine ancor esso.1
Anche il presidente del Consiglio dei deputati avvocato Sturbinetti, ed il vice presidente dell’Alto Consiglio principe don Pietro Odescalchi con appositi proclami raccomandarono entrambi l’ordine pubblico: cosicchè se esso dipender doveva dalla qualità e quantità delle raccomandazioni, poteva dirsi assicurato, perchè mai i Romani non ne ricevettero tante in un sol giorno; e per verità l’ordine fu preservato regolarmente.2
Un bollettino straordinario del Contemporaneo poi pubblicato lo stesso giorno 25 alle ore 12 del mattino, asseriva:
«Che il pontefice aveva assicurato con larghe parole il ministro degli affari esteri conte Terenzio Mamiani, che contento era del ministero e che spontaneamente l’aveva ricevuto al potere.»
Inutile il dire che questa asserzione del Contemporaneo fu riconosciuta in seguito come falsità.3
Il Consiglio e Senato di Roma vollero ancor essi il 27 novembre concorrere al mantenimento dell0ordine pubblico annunziando ai Romani l’accaduta partenza del pontefice, assicurandoli della loro vigilanza per provvedere a tutte le urgenze della cara patria, e sopperire con tutti i mezzi in loro potere ai bisogni della classe più operosa ed indigente.4
E volendo associarsi anche il circolo popolare a questa opera di umanità, aveva proposto fin dal giorno 23 la diffusione di una circolare per la scelta di tre cittadini in ogni rione i quali si concertassero insieme per dar lavoro al popolo.5