Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/224

220 storia

Queste rinunzie, dopo proclamata la repubblica, dicono chiaro che i suddetti individui non partecipando alle idee repubblicane che avevan preso il sopravvento, voller lasciare i loro seggi, per essere sostituiti da altri d’idee più pronunziate per le forme repubblicane.

Fra le feste di carattere religioso ricorderemo che il giorno 11 fu ordinato dall’autorità un solenne Te Deum nella chiesa di san Pietro.1 Quei canonici non essendosi fatti trovare in chiesa,2 convenne ripiegarsi diversamente, ed il Te Deum fu intonato da un tal prete Giovannetti, cappellano della prima legione romana, del quale abbiamo parlato sotto la data del 5 corrente e le cui prodezze consisterono in questo, che il 7 di gennaio aveva inalberato la bandiera italiana sulla torre del Campidoglio, che il giorno 12 la inalberò sulla torre di ponte Molle, e che il 5 di febbraio intonò il Veni Creator Spiritus nella chiesa d’Ara-Cœli: ed affinchè di queste prodezze non andasse perduta la memoria, se ne fece rilasciare un certificato dalla commissione provvisoria municipale, di cui conserviamo un esemplare nella nostra raccolta.3 Intervennero alla detta cerimonia in san Pietro la truppa, le autorità governative, i deputati dell’assemblea.

L’abate Rambaldi, quell’oratore plateale (plateale perchè già due volte aveva esercitato l’arte oratoria sulla piazza pubblica) che cominciò a farsi conoscere la sera del 2 gennaio arringando dalla base del cavallo di Marco Aurelio,4 recitò il 12 un discorso in sant’Andrea della Valle, diretto alla memoria dei fratelli defunti per l’indipendenza italiana.5


  1. Vedi Monitore dell’11, pag. 51, e del 12, pag. 55.
  2. Vedi Pallade, n. 468.
  3. Vedi il detto certificato fra i Documenti del vol. VIII, n. 58. — Vedi inoltre il Sommario, n. 67.
  4. Vedi il cap. IV di questo vol. III.
  5. Vedilo nel vol. LIV delle Miscellanee, num. 8. — Vedi l'Epoca dell’11.