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zini viceversa diceva: vengan pur tutti ad assalirci, e noi li combatteremo tutti, e tutti i popoli saranno con noi.

Quest’ultimo più ardito, più mistico, più entusiasta parlava alla effervescenza de giovani, e sulla audacia de’ medesimi faceva assegnamento; mentre Mamiani parlava agli uomini più posati e riflessivi: ma i primi sono i più, gli altri disgraziatamente costituiscono il minor numero.

Ora procedendo alla narrazione dei fatti che seguirono la proclamazione della repubblica rammenteremo che nella notte dall’8 al 9 vi fu qualche grido e qualche applauso in città, ma fu cosa di lieve momento.

La mattina del 9 il ministero annunziava col seguente proclama il grande avvenimento ai Romani:

«Romani!

» Un grand’atto è compiuto. Riunita l’assemblea nazionale de’ vostri legittimi rappresentanti, riconosciuta la sovranità del popolo, la sola forma di governo che a noi conveniva era quella che rese grandi e gloriosi i padri nostri.

» Così decretò l’assemblea, e la Repubblica romana fu proclamata oggi dal Campidoglio.

» Ogni cittadino, che non sia nemico della patria, deve dare una pronta e leale adesione a questo governo, che nato dal voto libero e universale dei rappresentanti della nazione, seguirà le vie dell’ordine e della giustizia.

» Dopo tanti secoli, noi torniamo ad avere patria e libertà: mostriamoci degni del dono che Dio c’inviava, e la romana Repubblica sarà eterna e felice.

» Roma, 9 febbraio 1849.


     » I ministri del governo repubblicano
» C. E. Muzzarelli » L. Mariani
» C. Armellini » P. Sterbini
» F. Galeotti » P. Campello.

» F. Cerroti segretario del Consiglio dei ministri1


  1. Vedi Atti officiali n. 2. — Vedi il Monitore del 10.