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della rivoluzione di roma | 207 |
CAPITOLO VII.
[Anno 1849]
Consideramenti sui partiti costituzionale e repubblicano. — Trionfo di quest’ultimo. — Confronto fra il Mazzini e il Mamiani. — La repubblica, annunziata ai Romani dal ministero, annunziata ai rappresentanti all’estero dal ministro Muzzarelli. — Padre Ventura esita di riconoscere in nome della Sicilia la repubblica, e chiede istruzioni al suo governo. — Te Deum in san Pietro il giorno 11 febbraio. — Cenni sull'Armellini, sul Montecchi, e sul Saliceti, formanti il comitato esecutivo. — Atti governativi a tutta la prima quindicina di febbraio. — Nuovo ministero. — Si affiggono alcuni fogli stampati contro i preti. — Livio Mariani li disapprova e promette di punirne gli autori. — Il Santo Padre emette il 14 da Gaeta una protesta contro la repubblica. — Pratiche del Gioberti in Roma e in Gaeta per assestare le cose romane e ricondurre il papa costituzionale in Roma, sotto la protezione dei Piemontesi. — Suoi sforzi per rompere la lega cattolica, e impedire l’intervento straniero. — Il conte Martini, ambasciadore del Piemonte al pontefice, ricevuto e riconosciuto in Gaeta. — Inutilità de’ suoi sforzi conformi a quelli del Gioberti. — La corte di Gaeta persiste nel suo appello a tutte le potenze. — Osservazioni sull’intervento delle potenze cattoliche, e su quello proposto dal ministro piemontese Gioberti.
Eletta l’assemblea, siccome dicemmo nel capitolo precedente, venne constatata e fermata, sotto le apparenze di legalità, la vittoria dei repubblicani ch’eransi stretti fra loro con arti e con giuri di setta, ma non la vittoria del popolo che povero popolo! è sempre zimbello degli astuti e dei mestatori politici, e mentre te gli danno ad intendere ch’è già fatto sovrano, trovasi, e noi sa e non sei crede, più miserabile di prima.