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La differenza procede da un voto motivato di più, annunciato dal presidente che ne indicò 14, mentre dagli atti dell’assemblea ne risultano 13.

Egli è meritevole, ci sembra, di osservazione (in proposito delle parole pronunziate dal Galletti nell’annunciare il cambiamento del governo e la decadenza del papato) quell’aver detto che la votazione accaduta stabiliva un principio tanto sospirato in Italia ma non incarnato giammai; in quanto che si confessa il concetto di avere finalmente ottenuto ciò che si desiderava dai rivoluzionari italiani, e non già per forza di circostanze o per impellente necessità, ma perchè era un piano preconcertato da lunga mano, al quale si era lavorato senza interruzione, e che finalmente si era portato a compimento.

E chi pronunziava tali parole era quel Galletti cospiratore fin dal 1844, perdonato dal Santo Padre nel 1846, chiamato quindi a ricoprire offici importantissimi nel 1848; e che, a dimostrare al Santo Padre la sua riconoscenza, fra i singulti del pentimento giuravagli fede e attaccamento pel sangue de’ suoi figli.

Il Santo Padre, nel partire da Roma la sera del 24 novembre 1848, lasciò raccomandati al Galletti i palazzi pontifici, le persone addette, e più la quiete e l’ordine nella intera città; e il Galletti in benemerenza e da suddito fedele corrispose come dianzi si è raccontato.

Con ciò diamo termine alla seconda parte del capitolo VI.