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parte certi tasti più delicati, e riservarne la decisione a pratiche posteriori, quando gli animi saranno più tranquilli dalle due parti. Io spererei in tal caso di potere ottenere un modo di composizione che accordasse la pia delicatezza del pontefice coi diritti e coi desideri degli Italiani nell’universale.

» Stabilito così l’accordo del papa e dei sudditi agli ordini costituzionali, sarebbe d’uopo provvedere alla sicurezza personale del Santo Padre, il quale dopo i casi occorsi non potrebbe sicuramente nè dignitosamente rientrare in Roma senza esservi protetto contro i tentativi possibili di pochi faziosi. Per sortire questo intento senza gelosia del popolo e pregiudizio della dignità romana, il nostro governo offrirebbe al Santo Padre un presidio di buoni soldati piemontesi che lo accompagnerebbe in Roma, ed avrebbe per ufficio di tutelare non meno la legittima podestà del pontefice contro pochi tumultuanti, che i diritti costituzionali del popolo e del parlamento contro le trame ed i conati di pochi retrogradi. Sono più settimane che io vo pensando essere questa la via più acconcia e decorosa per terminare le differenze.

» Ho incominciato a questo effetto delle pratiche, verso le quali il pontefice pare ora inclinato. Se non si adopera questo partito, l’intervento straniero è inevitabile; e benchè io metta in opera tutti i mezzi per impedire questo intervento, ella vede che durante l’attuale sospensione delle cose, la voce del Piemonte non può prevalere contro il consenso di Europa. Io la prego, illustrissimo signor presidente, a pigliare in considerazione questi miei cenni che muovono unicamente dall’amore che porto all’Italia, e dal desiderio che tengo di antivenire ai mali imminenti.

» Torino 28 gennaio 1849

» Gioberti1


  1. Vedi Farini, vol. III, pag. 167. — Vedi la Pallade del 5 marzo 1849. — Vedi il Positivo dal 6 detto.