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184 | storia |
son quelle che in linguaggio politico costituiscono il cosi detto piemontismo, per distinguerlo dall'unitarismo repubblicano capitanato dal Mazzini. Gli antesignani di questo sistema furono il Gioberti, il d’Azeglio, e se vuolsi il Balbo, come scrittori. Al medesimo aderivano qui in Roma quelli di così detta parte mezzana o costituenti il partito moderato, e ne furon campioni il Minghetti, il Recchi, il Pasolini, il Mamiani, il Farini, il Pantaleoni. E questi ultimi tre rimasero talmente aderenti ai loro principi, che anche durante la repubblica erano alla testa di un giornale di opposizione intitolato La speranza dell’epoca.
Risulta intanto dalle cose narrate che come nel 1815 il movimento e le cupidigie venner dal mezzogiorno d’Italia, nel 1821 e nel 1848 vennero da quella parte del settentrione d’Italia che è occupata dal Piemonte.
La italianità, la unità, la libertà, la indipendenza e tutti que’ paroloni che piacciano ai popoli, e li rendono pecore cogli uni e leoni cogli altri, furon pronunziate con profusione; ma non potrebbe anche dirsi che in tutto ciò la sete di regno vi avesse una parte essenziale?
Avevamo già scritto questo capitolo quando ci venne fra mano un’opera del padre Ventura intitolata Essai sur le pouvoir public e stampata in-8. a Parigi nel 1859. Non fu senza scandalo e sorpresa che apprendemmo dal racconto che ne fa padre Ventura, che allorquando il Gioberti si recò a Roma come ammiratore di Pio IX e difensore del papato e del potere temporale del pontefice, egli professava dottrine a questo favorevoli in pubblico; ma al Ventura stesso ed ai caporioni del movimento con esso lui congregati, teneva tutt’altro linguaggio e non dissimulava che intendimento del Piemonte era quello d’insignorirsi d’Italia tutta, non esclusi gli stati della Chiesa.
Il Ventura dette la risposta che convenivasi alla esorbitante proposta del Gioberti, e noi credimo prezzo delT opera il riportare entrambe nel nostro Sommario.1
- ↑ Vedi Sommario, n. 64. — Vedi padre Ventura opera citata alla pag. 607.