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della rivoluzione di roma 175

chissima, fu alleata dei Romani, e che nel nono secolo fu centro di una repubblica conquistatrice e opulenta, possedette la Corsica, la Sardegna, e le isole Baleari, rivaleggiò per potenza e per commerci con Genova e con Venezia; e mentre ora non conta che venti o venticinque mila abitanti, ne contava centocinquanta mila nel tredicesimo secolo; e che attestano la sua passata grandezza le chiese, i ponti sull’Arno, il battistero, il celebre pergamo, il campo santo, e tante altre opere d’insigne merito artistico; giammai potremo indurci a credere che i Pisani, i quali due volte possedettero risola di Sardegna, servir volessero di buon grado a quel reame che ora ne porta il nome. E dovrà convenire ognuno che non vi è alcuno stato in Italia, sia sotto il titolo di regno, sia sotto quello di ducato o di gran ducato, il quale meno della Toscana debba desiderare una fusione, e che niuno più di essa debb’andar superbo di conservare la sua individualità, l’autonomia, perchè onusta di tante glorie e di tante grandezze.

E chi potrebbe mai persuadersi che Venezia, la regina dell’Adria, la dominatrice dei mari, e l’arbitra un giorno del commercio del mondo intero; Venezia già donna di Tessalonica, di Creta, di Cipro, dell’Arcipelago e del Peloponneso, ricca ad un tempo, forte e gloriosa per magnifiche gesta, rimpicciolirsi volesse al punto di aggiungere un gradino al trono sabaudo? E che il Leone di Venezia facesse tacere il suo tremendo ruggito?

Noi non possiam presagire che cosa sarà di Milano. Giudicando dalle apparenze, possiam dire che gli Austriaci vi sono mal veduti da taluni e odiati da altri, massimamente nella parte colta e illustre della popolazione, e che propende una parte di essa alla fusione col Piemonte. Questo sappiamo bensì che prima città della Lombardia rivaleggia in grandezza colle più belle ed illustri città d’Italia. Che il suo duomo è un portento, industri i suoi abitanti, chiara la sna aristocrazia. È ricca e fiorente, culta e gentile.

Accostumata fu sempre allo splendore di corte lussureg-|antichissima, fu alleata dei Romani, e che nel nono secolo fu centro di una repubblica conquistatrice e opulenta, possedette la Corsica, la Sardegna, e le isole Baleari, rivaleggiò per potenza e per commerci con Genova e con Venezia; e mentre ora non conta che venti o venticinque mila abitanti, ne contava centocinquanta mila nel tredicesimo secolo; e che attestano la sua passata grandezza le chiese, i ponti sull’Arno, il battistero, il celebre pergamo, il campo santo, e tante altre opere d’insigne merito artistico

giammai potremo indurci a credere che i Pisani, i quali due volte possedettero risola di Sardegna, servir volessero di buon grado a quel reame che ora ne porta il nome. E dovrà convenire ognuno che non vi è alcuno stato in Italia, sia sotto il titolo di regno, sia sotto quello di ducato o di gran ducato, il quale meno della Toscana debba desiderare una fusione, e che niuno più di essa debb’andar superbo di conservare la sua individualità, l’autonomia, perchè onusta di tante glorie e di tante grandezze.

E chi potrebbe mai persuadersi che Venezia, la regina dell’Adria, la dominatrice dei mari, e l’arbitra un giorno del commercio del mondo intero; Venezia già donna di Tessalonica, di Creta, di Cipro, dell’Arcipelago e del Peloponneso, ricca ad un tempo, forte e gloriosa per magnifiche gesta, rimpicciolirsi volesse al punto di aggiungere un gradino al trono sabaudo? E che il Leone di Venezia facesse tacere il suo tremendo ruggito?

Noi non possiam presagire che cosa sarà di Milano. Giudicando dalle apparenze, possiam dire che gli Austriaci vi sono mal veduti da taluni e odiati da altri, massimamente nella parte colta e illustre della popolazione, e che propende una parte di essa alla fusione col Piemonte. Questo sappiamo bensì che prima città della Lombardia rivaleggia in grandezza colle più belle ed illustri città d’Italia. Che il suo duomo è un portento, industri i suoi abitanti, chiara la sna aristocrazia. È ricca e fiorente, culta e gentile.

Accostumata fu sempre allo splendore di corte lussureg-