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non buono nè bello, certamente impossibile a questi tempi: non gli basta la distruzione della monarchia; idea pessima, io credo, in questa società europea, in ogni caso più contrastata della prima, fine poco più probabile: non gli basta la democrazia pura; termine equivoco di significato, termine senza termine, a prenderlo nel significato di taluni: non gli basta la distruzione del dominio temporale dei papi; impresa, come si vede, molto difficile: non basta: il Mazzini crede facil cosa distruggere in Italia anche il cattolicismo romano. È una stoltezza storica e politica, è un delirio da fanciulli. L’Italia, il ripeto, è cattolica, e non v’è altro cattolicismo che il romano.»1

Generale Giacomo Durando. — Ma riferiamo l’opinione di un altro campione, il generale Giacomo Durando.

Egli pubblicò nel 1846 in Losanna un’opera sulla Nazionalità Italiana. Noi non ci divagheremo in riportare per disteso i suoi progetti; solo diremo che esso propose la formazione di un’Italia a suo modo, suddividendola in tre frazioni che chiamò

1. Italia Eridania
2. Italia Appennina
3. Italia Insulare,

spodestando questo o quel dei regnanti, e sostituendo a ciò che si toglieva all’uno ciò che dall’altro voleva distaccarsi. Era insomma un rimpasto territoriale a guisa di permuta. Ci dette perfino una carta geografica portante la nuova circoscrizione territoriale d’Italia. Noi ne parliamo semplicemente perchè il Durando, quantunque fosse amantissimo della nazionalità italiana, vedeva le difficoltà del costituire l’Italia in nazione, e se proponeva rimpasti e permute, lasciava salvi o quasi salvi i diritti dei regnanti. Ma un’unione sotto lo scettro di un solo non la vedeva possibile. Egli pertanto accostavasi in certo modo alla idea federativa. Ne parliamo pure perchè il Durando fra

  1. Vedi Farini, Lo Stato romano dall’anno 1815 al 1850, terza edizione di Firenze, vol. III, pag. 323.