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opposizione cogli elementi indispensabili della centralizzazione, sarebbe follia.» E più sotto:

«Vi sono in Italia degli utopisti che non sono forse meno pericolosi dei repubblicani; sono coloro che sognano un solo regno compremiente tutta la penisola italiana, la Sicilia, la Sardegna, e forse la Corsica, che si lusingherebbero di ottenere in iscambio della Savoia. Carlo Alberto dovrebbe essere il re di questo vasto impero. Si chiamano unitari i propagatori di questa splendida utopia.»

Abate Rosmini. — Il celebre abate Rosmini credeva possibile l’unità italiana soltanto sotto la forma federativa e conservando i vari stati, ma colla maggior possibile uniformità governativa. Ecco le sue parole: «La questione adunque dell’unità italiana, la questione pratica e del momento si riduce, come dicevamo, a trovare il modo di fabbricare l’edificio dell’unità italiana coi materiali che abbiamo, e sono tutte quelle parti, quegli stati d’Italia che non si possono fare scomparire senza violenza o senza ingiustizia. Questa unità deve risultare di tale indole che non pregiudichi alla vita individuale delle membra, e nello stesso tempo deve esser provveduto, acciocché la Vita individuale delle membra non pregiudichi all’unità vitale del corpo. Salvati i territori, salvata la vita delle membra, e salvata la vita dell’unità, per tutto il resto le parti devono essere disposte a subire qualunque modificazione.

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» Quali adunque possono essere le basi fondamentali di una sì desiderabile, e sì desiderata unità? — Eccole:

» Uniformità governativa la maggiore possibile di tutti gli stati particolari.

» Organizzazione sapiente della Dieta permanente in Roma, ec. ec.»1


  1. Vedi Rosmini, Appendice sull’unità d’Italia, dopo la sua opera intitolata: La costituzione secondo la giustizia sociale. Milano 1848, in-8. pag. 102, nel vol. XXV, n. 6 Miscellanee della nostra raccolta.