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spirito di gloria e di conquista arrestarono per qualche anno le idee di unità e di nazionalità.

Al tramonto però della sua stella rivissero più gagliarde, e i nemici di Napoleone profittandone, preser nel debole gl’italiani, e astutamente gl’invitarono a combatterlo, con promesse di libere istituzioni e della sospirata nazionalità. Anzi l’arciduca don Giovanni d’Austria, anche prima della caduta del suo implacabil nemico, Napoleone, e precisamente fin dall’anno 1809, incitava gl’italiani a scuoterne il giogo, con un bando in cui ritroviamo le parole seguenti:


«Invito

» dell’arciduca Giovanni d’Austria a’ popoli d’Italia.


» Italiani, ascoltate la voce della verità, e della saviezza. La prima vi dice che voi siete schiavi della Francia. Soltanto per lei voi consumate sostanze, e vita. È cosa di fatto che il presente regno d’Italia, niun’altra cosa è, se non un sogno vano, un nome senza titolo; ma le leve d’uomini, le imposte, le angherie d’ogni maniera, l’annichilamento del vostro stato politico sono cose vere, e certe. L’altra anche vi dice che in questo stato di svilimento voi non potete essere stimati, nè rimanere in pace, nè essere Italiani. Or volete voi di nuovo divenire Italiani? Aggiugnete con pronto animo le forze vostre al possente esercito che l’imperador d’Austria generosamente invia alla volta d’Italia. E sappiate ch’e’ non è già per ispirito di conquisti che egli il fa proceder oltre; ma per difender se stesso, e render sicura l’indipendenza di tutte le nazioni d’Europa, le quali, siccome dimostran più fatti irrepugnabili, eran minacciate di una inevitabile servitù. Se Iddio sostiene le virtuose imprese dell’imperador Francesco, e quelle de’ suoi possenti collegati, l’Italia sarà di nuovo felice, e rispettata in Europa. Il capo della Chiesa avrà nuovamente la sua li-