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della rivoluzione di roma | 141 |
Lovatelli preside di Ferrara, i quali, alla vigilia delle elezioni per la Costituente, sparirono dalle dette città e rifugiaronsi all’estero. Ciò accadeva il 20 gennaio.
La commissione provvisoria di governo nell’avvertirne il pubblico, chiamava amendue i presidi a comparire in Roma entro il termine di 10 giorni, per render conto del loro operato. Inutile lo aggiungere che non obbedirono. Sbaglio fu questo come quello di scrivere a monsignor Garibaldi. 1
Queste rinunzie si spiegano facilmente. Vedevan tutti a colpo d’occhio qual piega pigliassero le cose, e come si camminasse affrettatamente verso la repubblica.
Nel teatro Metastasio poi la sera del 20 rappresentavasi sulle scene la rivoluzione di Napoli con barricate sul palco; e così venivasi accostumando il popolo, fra gli applausi, a vedere quelle cose in teatro che si sarebber vedute poco dopo fra le sue mura. 2
Il 27 davasi per la prima volta nel teatro Argentina la musica del maestro Verdi intitolata la battaglia di Legnano, scritta sulle parole del Cammarano.
Il suo effetto sul pubblico fu sopra ogni dire affascinante, perchè e parole e musica contenevano tutto ciò che può esaltare le passioni. Il libretto può leggersi nella nostra raccolta. 3 I pezzi che maggiormente eccitarono il pubblico e provocarono applausi frenetici, furon quello in cui si dice: siete barbari stranieri, e l’altro:
«Chi muore per la patria
» Alma sì rea non ha!»
Per caso avevamo ancora i migliori artisti, perchè la cantarono il Colini, il Fraschini e la de Giuli.
Ma volgiamoci ad altro argomento.