Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
140 | storia |
Non appena uscito però e conosciuto il decreto, il dottor Pantaleoni con una lettera in data del 20 inserita nella Rivista indipendente di Firenze del 29, insorse contro il medesimo, qualificandolo come contrario ad ogni legge, ad ogni diritto. Parve al medesimo un caso gravissimo la istituzione di una commissione militare, e di un giudizio statario.1
Ad onta di ciò la commissione rimase al suo posto, e per prima cosa prese cognizione dei fatti accaduti, de’ quali furon compilati i processi che possono leggersi nel volume Processi politici contro l’avvocato Galletti, Montecchi, Canino, generale Zamboni ec., ov’è pure quello contro i soldati insorti. Nella mattina del 25 cominciò il dibattimento, e la relazione fiscale venne pubblicata nella Gazzetta di Roma del detto giorno.2
Delle condanne parleremo in seguito.
Lo stato in cui versavasi, e quello che temevasi in appresso, allontanavano a poco a poco molti uomini rispettabili, e fra questi ricorderemo, che il principe di Viano rinunziava il 12 gennaio al carico di colonnello del 9º battaglione civico,3 ed il 19 rinunziava il principe Torlonia a quello del 2.°4 Della rinunzia e del ritiro del principe Corsini abbiamo già parlato. Esso verso il fine di gennaio si allontanò anche da Roma e fermossi in Toscana.5 In Bologna erasi ritirato non solo il senatore Zucchini, ma tutta la magistratura;6 e l’avvocato Zannolini prolegato di Ancona dava la sua dimissione, ed il giorno 20 giungeva a Bologna.7
Altra rinunzia di fatto si verificò nell’allontanamento dalle loro sedi del Manzoni preside di Ravenna, e del conte