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l’Epoca,1 la Pallade,2 la Speranza italiana,3 e l’Alba di Firenze.4

Con tutto ciò il governo, quantunque avesse preso le sue misure per mantenere la tranquilità, non lasciava di essere in qualche pensiero per gli effetti che avesse potuto produrre la diffusione dell’atto di cui andavansi moltiplicando le copie che una società di amici fece ristampare, e che alcuni giovani animosi, perlustrando la città nella notte e pattugliando come civici, ebbero perfino il coraggio di affiggere. Il governo dunque per calmare gli spiriti, emise subito un proclama che incominciava: «Romani! Voi aveste una grande provocazione,» non dicendo quale fosse ma alludendo evidentemente all’atto del Santo Padre. Con detto proclama gli esortava secondo il solito ad aver fiducia in lui; e ponendo da un lato sotto i loro occhi lo spettro terribile dell’anarchia e gli orrori della guerra civile, lusingavali dall’altro con le consuete frasi. Diceva cioè: «La dignità della vostra tranquillità, in mezzo a tanti cimenti, fu l’ammirazione dell’Europa e la disperazione de’ nostri nemici.»5

Uscirono immediatamente alla luce vari foglietti stampati per illuminare (come dicevasi) il popolo, e tutti, bene inteso, contrari alla scomunica; e la lor diffusione intrecciavasi colla diffusione di altre pubblicazioni esplicative della Costituente. Tutti questi fogli stampati posson vedersi fra i nostri documenti.6

Più tardi divulgavasi per Roma un preteso atto del cardinale Opizzoni dato in Bologna contro la scomunica, e i gridatori vendevanlo pubblicamente per le vie di Roma.7


  1. Vedi l’Epoca dell’11, n. 213.
  2. Vedi Pallade dell’8 e del 10.
  3. Vedi la Speranza italiana del 15.
  4. Vedi l’Alba dell’11, n. 41S, Documenti, vol. VIII, n. 17.
  5. Vedi Atti officiali n. 12S. — Vedi la Gazzetta di Roma del 9.
  6. Vedi i primi sotto i n. 12, 13, 16 e 17, e le seconde sotto i n. 26 e 27 del vol. VIII Documenti.
  7. Vedilo sotto il n. 30, vol. VIII Documenti.