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della rivoluzione di roma | 127 |
Ci siamo diffusi e con ragione nel chiarire questo punto di storia che noi giudicammo importantissimo, poichè era pure fra i possibili che il sussidio degli Svizzeri, ove non fosse mancato, avesse forse risparmiato l’intervento straniero.
Ritornando a Gaeta, d’onde prendemmo le mosse per parlare del generale De Latour, diremo che la notte del 20 il re di Napoli parti da quella città per la capitale, sul vapore il Vesuvio, e che alle 3 della notte incontratosi col vapore l’Antilope si urtarono i due vapori. Lanciatosi in mare il segretario della legazione russa Oustinoff, vi perdette la vita.
Giunse in quel tempo in Gaeta il cardinal Giraud arcivescovo di Cambray, non che una deputazione di Ferentino ed altra di Piperno.1 Il conte Martini ministro plenipotenzario del re di Sardegna, dopo lunghe esitazioni e corrispondenze, fu formalmente ricevuto in Gaeta dal Santo Padre nella sua rappresentanza il 23 di gennaio.2
Circa il giorno 25 ricevette il Santo Padre varie deputazioni, e detter fondo in Gaeta la corvetta da guerra il Mazaredo e il brick il Volador spagnoli, comandati dal comodoro brigadiere Bustillo.3
Queste sono le scarse notizie di Gaeta che potemmo raccogliere relativamente al mese di gennaio, imperocchè non più pubblicaronsi i bollettini di Gaeta, e lo stesso giorpale il Tempo poco o nulla ce ne disse.
Ripiegandoci ora di nuovo su Roma continueremo la narrazione delle cose ivi occorse.
E per prima diremo che la pubblica stampa scagliossi in genere contro l’atto del 1 gennaio portante la scomunica. Fra i giornali si segnalarono il Contemporaneo,4