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tro i capi, e non saprebbesi come chiarirli dalla nota di vigliaccheria o di fellonia, finché non ci giungano documenti a tal uopo concludenti: documenti che per il loro onore sinceramente desideriamo che vengan prodotti. Possiamo rammentare a carico del generale De Latour il fatto dei soldati napoletani nei maggio 1848. Ancor essi trovavansi colà; ancora ad essi fu imposto dal sovrano di retrocedere; anche su di essi e sui loro capi facevasi pesare la responsabilità degli sconcerti che sarebbero accaduti c delle sollevazioni che avrebbcr provocato; e pure, salvo un piccolissimo numero, ubbidirono tutti, retrocedettero e raggiunsero tranquillamente il reame di Napoli.

Ma il secolo nostro ostentatore a parole di sublimi virtù, vide spesso di questi fatti vergognosi, c vede molti e molti campioni del tradimento e della viltà passeggiare tronfi e pettoruti per le contrade d’Europa, mentre vede pure tapini e spregiati trarre a stento la vita i seguaci della fedeltà c dell’onore.

Ne ciò è da meravigliare: perchè allorquando trattasi di prender parte per le rivoluzioni, i soldati sono tutti eroi; ma ove trattisi di sostenere la bandiera de’ propri sovrani, la bandiera dell’onore, e la santità de’ giuramenti, eglino allora sono in vece sgherri, cagnotti, briganti, e lo squarcio dell’indirizzo dei circoli bolognesi riportato di sopra ne somministra un esempio.

Egli è quindi a desiderarsi che uomini coraggiosi sorgano in tutti i canti di Europa per rialzarla dallo scadimento morale in cui trovasi affondata, e ciò facciano colla voce, cogli scritti, colle opere, e cerchino di riaccendere e mantenere il fuoco sacro dell’onore, della verità e della virtù; altrimenti finirassi col cambiare il senso dei vocaboli ne’ dizionari, e alle parole, fedeltà ai propri sovrani e alla loro bandiera, si porrà per sinonimo la parola, brigan taggio , e al vocabolo, rivoluzione, si appiccheranno le qualifiche tutte che prima davansi al cumulo di tutte le virtù sociali.