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Lo stesso giorno in cui il papa emetteva l’atto chiamato della scomunica, giungeva in Napoli venendo da Genova, non senza avere incontrato pericoli, il generale Zucchi, per trasferirsi subito in Gaeta.1

Quanto a Gaeta dopo aver rammentato l’atto del 1°, aggiungeremo che il 2 gennaio vi giungeva il conte Pennafiel da Silva, inviato straordinario e ministro plenipotenziario della regina del Portogallo, ed il marchese Scipione Bargigli, ministro residente di Toscana.

Il 3 vi approdava il cavaliere Leopoldo Mayer, comandante la guardia svizzera in Roma.2

Il giorno 5 poi il 8anto Padre dopo essersi abboccato col generale Zucchi, gli dirigeva una lettera per incaricarlo di far conoscere a tutte le truppe, che attendeva dalle medesime un atto di sudditanza, con promessa di adoperarsi a mantenere in fede quelle provincie che ancora si tenevan tranquille.3

E il generale, obbedendo agli ordini del pontefice, emetteva il 7 un ordine del giorno alle truppe.

Era tale però in Roma il timore,, che non solo non si arrischiava di divulgarlo nelle caserme, ma appena osavasi di leggerlo nelle case dei privati; cosicché anche questo atto rimase come lettera morta.4

Il 10 gennaio giungeva in Gaeta l’americano Brown, incaricato di affari degli Stati Uniti d’America, e ne’ giorni antecedenti eravisi recata una deputazione dei parrochi di Roma.5

Il dì 11 di gennaio una deputazione della regia università degli studi di Napoli giungeva in Gaeta per prestare omaggio al 8anto Padre.6


  1. Vedi il Tempo, del 2.
  2. Vedi il Tempo, del 6.
  3. Vedi il Tempo, del 15. — Vedi la Pallade n. 446. — Documenti vol. VIII, n. 9.
  4. Vedi Documenti, vol. VIII, n. 9. — Vedi la Pallade, n. 446.
  5. Vedi il Tempo, del 10.
  6. Vedi il Tempo, del 15.