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Nei giorni che succederonsi, fu un affaccendarsi continuo dei circoli e dei comitati per proporre i loro candidati, i quali presso a poco eran sempre i medesimi; cosicchè i Romani non leggevano altri nomi che quelli di una ventina o trentina d’individui come meritevoli di rappresentarli all’assemblea.

Nomi dei candidati che tenesser pel papa non leggevasene alcuno, perchè niuno avrebbe osato di proporli. D’altra parte i comitati che esistevano non erano che nel senso della rivoluzione; e noi lo ripeteremo ancora una volta, che nel senso contrario alla rivoluzione non solo non esisteva aggregazione veruna, ma neppure si osava di esternare liberamente la propria opinione nell’interno delle rispettive famiglie, per intimidazione, quanto abilmente, altrettanto iniquamente organizzata. Se la voce di un Mamiani, pronunziatissimo separatista del potere temporale dallo spirituale del pontefice, non era ascoltata, chi avrebbe potuto alzar la sua, non dico con speranza di successo, ma senza rischio positivo di % compromettere la propria esistenza? Erano insomma le cose combinate in tal modo, che qualunque fosse stata la scelta fatta dagli elettori nei novero dei nomi designati, era sempre assicurata quella degli uomini che volevansi. Noi non riportiamo per brevità i nomi dei candidati proposti, i quali potranno leggersi fra i nostri documenti.1 Ivi si troverà una modula della scheda che servir doveva per le elezioni. 2

Con siffatti mezzi pertanto, colle misure adottate preventivamente, coll’attitudine severa e minacciosa spiegata dal governo e dai circoli ad esso devoti, che equivalevano a tante succursali del governo stesso, il trionfo il più completo della rivoluzione era assicurato.

Giunto il 21 ebbe luogo la votazione della Costituente nei locali indicati di sopra, guerniti dalla civica. Eranvi

  1. Vedi Documenti, vol. VIII, 34, 36 e 37.
  2. Vedila nei Documenti, vol. VIII, n. 35.