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106 | storia |
Eccone il tenore:
» Ai popoli di Roma e dello stato pontificio.
«Quando con sovrano motu-proprio dato da Gaeta li 27 novembre del prossimo decorso anno 1848 la Santità di Nostro Signore Papa Pio IX degnavasi di nominare una temporanea Commissione di stato, cui durante l’assenza sua commetteva reggere e provvisoriamente governare questa capitale del inondo cattolico, c tutto intero lo stato pontificio, avrebbe dovuto essa Commissione costituirsi immediatamente, e pubblicando l’atto sovrano, obbligare i sudditi a riconoscerla, ed obbedirla.
» Però gli animi oltremodo esagitati, il timore di cittadini conflitti, la speranza che le popolazioni riconoscenti avrebbero da loro stesse tolti gli ostacoli clic si opponevano al ritorno fra noi di quel pontefice, che poco tempo dianzi tutti e statisti e stranieri concordemente acclamarono siccome l’uomo mandato da Dio per tergere le lacrime di molte famiglie, c ridonare ovunque la concordia e la pace; ma sopra ogni altra cosa la ripugnanza e l’animo ostile manifestato anche in forma solenne dai poteri non abbastanza liberi, che avrebbero dovuto prestarsi alla esecuzione degli ordini sovrani, impedirono la Commissione dall’operare atti di sovrano potere, limitandosi unicamente a dar pubblicità, non solo al moto-proprio anzidetto, ma alle ulteriori proteste tutte emanate dalla stessa Santità Sua.
» Se con ciò si ottenne un apparente pubblica tranquillità, il seguito degli avvenimenti disgraziatamante mostrò quanto poco efficace fosse tale mezzo ad ottenere il desiderato fine. Uomini fatti immemori dei benefici, aggiungendo ingratitudine ad ingratitudine osarono, e tutto di osano cose, dalle quali rifugge l’animo addolo-