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della rivoluzione di roma | 103 |
al suffragio universale, base delle elezioni alla Costituente summenzionata.
Disgraziatamente però era passato il tempo in cui la voce degli uomini moderati era ascoltata, perchè Roma formicolava di repubblicani affluiti da tutti i paesi d’Italia.
Detto discorso costituisce un documento grave ed importante per la storia.1
Anche il Mamiani, con un indirizzo ai suoi elettori, cho pubblicò e che può leggersi nei supplementi ai numeri 259, 260, 261 e 262 dell’Epoca, somministrò molti utili schiarimenti, ma poco o nulla si mostrò confidente nella Costituente romana, perchè le sue idee eran piuttosto alla Costituente italiana rivolte. Le parole del Mamiani ancora eran divenute moneta calante.2
A tenere in fede e in timore del governo gl’impiegati, diramò il 13 l’avvocato Armellini una circolare contro gli impiegali, che contrariassero minimamente o mostrassero sentimenti ostili al presente ordine di cose, minacciandoli di essere istantaneamente sospesi, e secondo i casi anche dimessi colla perdita del soldo.3
E la commissione provvisoria di governo, con circolare del 15 invitò tutti gl’impiegati dello stato a votare dicendo che più che un diritto, era un sacro dovere di onesta coscienza.4
Il 15 poi, onde assicurare meglio quanto il governo desiderava dagl’impiegati, fu eletta una Giunta temporanea di sicurezza pubblica, la quale veniva formata dai seguenti:
Livio Mariani | |
Maggiore | Mattia Montecchi |
Dottor | Niccola Carcani.5 |