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della rivoluzione di roma | 99 |
fatto, che fin dalla sera del 2 vi fu una festa per la Costituente nel luogo della giurisdizione municipale, ossia sul Campidoglio, e questa non può averla diretta che la detta commissione provvisoria.
La festa consistette in questo. La civica fu chiamata alle 4 sulla piazza de’ santi XII Apostoli. Di là si partì accompagnata dalle bande militari, con torchi di pece e bandiere dei rioni e dei circoli, e con più l’accompagno della linea, dell’artiglieria, e dello stato maggiore dei corpi. Le truppe arrestaronsi sulla piazza dell’Aracoeli. Pochi borghesi e alquanti mascalzoni andavan di conserva con esse, e gridavano da quando a quando: viva la Costituente.
Giunto il corteggio sulla piazza del Campidoglio, il sacerdote G. B. Rambaldi veneziano asceso sul piedistallo di Marc’Aurelio, diresse al popolo le parole seguenti, conservateci da quel giornale che aveva per titolo la Guardia nazionale:
«Popolo di Roma! Tu sei chiamato ad una grande missione e certo l’unica dopo che i tuoi padri percossi dal destino che ne invidiava la gloria e la grandezza, scendevano in faccia ad una prima barbarie da questa sacra montagna!
» Popolo di Roma! Tu sei chiamato, se il vuoi, ad infondere la potenza vitale alla nostra infelicissima Italia e ricomporne le sparse membra che si vogliono disgregate ed oppresse dalle nere congreghe e dai despoti.
» Io sacerdote di Cristo sento tutta la coscienza di chiamarti dal Campidoglio alla libertà ed alla indipendenza, perchè il principio di questo tuo diritto vive eterno nel Vangelo!
» Con questo pensiero semplice e sublime ad un tempo ritirati alle tue case, o generoso popolo, e ritirati con quel contegno tranquillo e dignitoso che è la più eloquente risposta che tu possa dare ai tuoi congiurati nemici.