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parsa la renueuza municipale, ma soltanto il desiderio per parte del governo di alleggerirla di questo carico.

La lettera dell"Armellini diceva così:


«Eccellenza!

» In seguito della renuenza a prestarsi alle operazioni elettorali ordinate dalla recente legge sull’Assemblea nazionale, che mi ha rappresentato cotesto Senato di Roma, di cui si pregia essere il sottoscritto uno dei componenti, si è stabilito dal Consiglio dei ministri per riguardi di alta prudenza, in tempi così difficili, di surrogare una commissione che vi supplisca per questo oggetto soltanto; misura straordinaria, la quale si andrà a prendere per qualunque altro dei comuni, che si trovasse nello stesso caso, benchè sino ad ora codesta magistratura ne sia il solo esempio.

» S’intende bensì senza dirlo, che le spese occorrenti dovranno rimanere sempre a carico municipale secondo le regole.

» Sono sicuro del resto che nella situazione imperiosa attuale il Senato e il Consiglio raddoppieranno quello zelo, di cui ogni spirito ed ogni cuore dev’essere animato per conservare l’unione e la quiete del paese: unico mezzo per ottenere anche quella riconciliazione che i trambusti renderebbero più difficile.

» Spero nella Provvidenza che ci piacerà un giorno di ricordare le pene e gli sforzi de’ giorni critici.

» Profitto della circostanza per confermarmi colla più distinta stima.

» Li 5 gennaio 1849.


» Devotissimo servo

» e collega nella Magistratura

» C. Armellini.


» Al signor Senatore di Roma1


  1. Vedila nel Costituzionale del 10 gennaio 1819. — Vedi la Costituente italiana, stampata in Firenze dal Le Monnier, dell’8 gennaio 1849, pag. 3.