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spetto pel culto esteriore, fossero equipollenti a controbilanciare il male che a piene mani sulla Francia si versava, ed a costituire un antidoto efficace a neutralizzare il veleno, che in tanta abbondanza erasi propinato.

Povera Francia! A che ti valse tanta filosofia che nel 1789 ti fece insorgere, ti fece credere che tu portassi la luce diffonditrice per tutto il mondo, e fossi la nazione da preporsi per modello all’esempio delle altre nazioni?

Tu eri nel 1848 popolata e fiorente per industrie e commerci. Avevi armata e marina poderosissime. Possedevi la libertà di stampa, di culto e di persona. Avevi una costituzione ed una rappresentanza nazionale: istituzioni e codici che formavano l’ammirazione dell’universo: amministrazione modello: uomini sommi in tutti i rami delle scienze: prosperità materiale ognor crescente! E con tutto ciò non avesti in te la forza di prevenire e allontanare la catastrofe che ti sovrastava, e desti P esempio, che seppur non volente, e pochi soltanto volendotela imporre sul collo, dovesti subire la non desiderata repubblica, finchè piacque alla Provvidenza di sottrarti dalla pressura dell’incubo molesto che ti opprimeva.

Tutto tu possedevi, e tutto sembrava garantirti la tua felicità, ma il guasto morale esisteva. Esisteva è vero fin dal secolo passato, non venne corretto dall’impero, venne tollerato e quasi favorito dalla restaurazione; e la Provvidenza volle darti la tremenda lezione che senza la sana morale non si reggono gli stati, e che quindi ammorbata come sei fin dentro le viscere tue, non sono le istituzioni liberali che possono reggerti e salvarti, ma una mano di ferro soltanto che ti raffreni, e ti chiuda l’adito di scapestrare a tua voglia.

Fin qui abbiamo enumerato genericamente le cause un po’ palesi, un po’ nascoste, cui si debbe attribuire il movimento parigino. Ora diremo che secondo l’opinione generale, e per confessione dello stesso Lamartine, gl’istigatori principali della opposizione al Guizot, furono i de-