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vie più i mariti, i fratelli,! figli ad averci compagni nella difesa di Pio IX e della indipendenza d Italia.» E sotto a questo proclama si leggeva il nome di una delle più belle e gentili fra le donne romane Anna Galletti.1

Dicemmo nelle pagine precedenti come fosser disconosciuti e negletti i desideri del pontefice per la pace colle nazioni e coi loro governi: ma questi desideri non eran meno contrariati per ciò che si attiene alla pace fra i sudditi de’suoi stati, di cui anche gli ordini religiosi formavano una parte integrale.

E se per ristabilire questa pace fra gli uomini precipuamente negli stati che per disposizione della Provvidenza venner sottomessi al papato, fu dal Santo Padre promulgato appunto Tatto del perdono; se per accattivarsene tempre più la benevolenza aveva introdotto tante istituzioni che tutte tendevano a tranquillare le popolazioni e migliorarne le sorti, con quanta amarezza dell’animo suo non doveva sentire il ribrezzo dei delitti che qua e là nei suoi stati si commettevano, e le violenze ch’esercitavansi a carico di alcune famiglie di religiosi?

Ciò somministrò argomento al Cardinal Bofondi segretario di stato per emanare il 28 di febbraio una circolare diretta ai presidi delle provincie, tendente a riprovare e prevenire il ritorno di cosiffatti abbominevoli sconcerti2.

Tocchiamo di volo soltanto questo punto, perchè fra poco daremo costretti di narrare come il Santo Padre non solo dovesse tollerare., ma dar di mano egli stesso per l’allontanamento da Roma di taluna di esse famiglie religiose. E così quello che poco stante riprovavasi nelle provincie, venne il momento di vederlo effettuato, a scanso di mali maggiori, nella stessa Roma. Egli è questo un documento lacrimevole eN memorando del rispetto che professavasi alla libertà individuale, nel tempo stesso che per derisione gridavasi instaurato il regno della libertà!


  1. Vedi il supplemento alla Pallade del 5 marzo 1818.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma del 28 febbraio 1818.