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di quei tempi, numerosi ci si presentano e indirizzi e incitamenti alle donne romane, sia in verso, sia in prosa per metterle in giuoco, e quasi che la mitologia si volesse convertire in istoria, far rivivere in loro le Amazzoni dell’antica Grecia, Fra questi fogli stampati uno ne scegliamo intitolato «Alle donne di Roma.» Eccone un brano:

«Inclite donne romane, a cui largì natura pregi della più rara beltà, e fino a quando vagheggierete gli òzi delle molli piume? L’eroiche figlie dell’immortale Palermo combatterono testè da forti contro gli oppressori della libertà, e voi non siete concitate a tanto, e non vi movete in Roma vostra, mentre vi si vive appena in isperanza di pubblica sicurezza? Nelle vostre anti che mura bolle in vero fiera una calda gioventù, ma dove una romana donna che sorrida pure ed applauda a’ forti che impugnano le armi per andare contro del barbaro? Ah non si dica più per Dio che solo a danze valete, incapaci a tutto di concitare e benedire quei prodi che primi ferirono il comune nemico. Le sorelle e le madri liguri, i cui figli e fratelli già stanno ferocemente sdegnosi appetto degli aborriti Tedeschi comuni oppressori, manderanno fra giorni ai vostri mariti e fratelli due bei cannoni perchè li accendano nell’ora del riscatto contro del barbaro. E spetta a voi discendenti della forte Lucretia, e della libera Virginia, di andare incontro al terribile dono, accoglierlo come cosa santa, e consegnarla solennemente à quanti veri figli di Roma l’useran valorosamente.1»

Altro foglietto esiste col titolo La festa dei cannoni, col quale invitansi le donne romane a prender parte ad una festa straordinaria per solennizzarne l’arrivo.2

Un’altra stampa ancora circolava per Roma col titolo

  1. Vedi Documenti IV volume, num. 52.
  2. Vedi Documenti IV volume, num. 53.