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mici dell’anarchia, gli amici della Santa Sede e del pontefice. Mio Dio! Benedite questo corpo, e si conservi fedele a Voi ed alla Chiesa; e chiuda le orecchie ai pochi nemici insidiatori del bene. Beneditelo ne’ suoi degni capi, onde proseguano a dirigerlo nelle vie dell’onore e della fedeltà, e fate che la benedizione discenda su loro non solo, ma ancora sulle loro famiglie, che pure sono una gran parte di Roma ...1 Io vedo in voi i nemici dell’anarchia, i conservatori della pace. Io benedico questo corpo fedele al pontefice ed alla Chiesa. Le poche voci sturbatrici della pace saranno in voi spente. Benedico voi, i vostri figli, le vostre famiglie.2


Confrontando entrambi i testi si rinvengono delle notevoli discrepanze.

Il Santo Padre, parlando al corpo civico, disse chiaro: che chiuda le orecchie ai pochi nemici insidiatori del bene, e il foglietto l’omise. Disse pure che: vedeva nei civici gli amici della Santa Sede, e nel foglietto non se ne fece affatto menzione. Non disse: benedico questo corpo fedele, come nel foglietto si asserisce, ma bensì: mio Dio, benedite questo corpo, e si conservi fedele a voi e alla Chiesa. Queste ed altre varianti ancora rendono la lezione del di-; scorso dei papa, secondo il foglietto, incontestabilmente inesatta e viziata.

Le parole però che furon subito stampate dal partito rivoluzionario si diffusero a migliaia il giorno seguente per tutta la città, e furon nelle mani di tutti, mentre quelle inserite due giorni dopo nella Gazzetta, pochissimi le lessero, e niuno si dette la pena di avvertirne le discrepanze. I cardinali, i prelati, parte del clero e del foro, avran letto la Gazzetta di Roma, ma i foglietti stampati subito li lesse tutta la popolazione: e così gli errori e gl’inganni

  1. Vedi la Gazzetta del 22 febbraio 1848.
  2. Vedi il vol. IV Documenti num. 39 e 40.