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le cui particolarità si estraggono dal Corriere Livornese1 e sono le seguenti:

«Costantinopoli 17 febbraio.


» Ieri sera ebbe luogo nella gran locanda d’Inghilterra in Pera un banchetto popolare italiano di trecento coperte. Vennero invitati a rappresentare le rispettive colonie vari deputati Maltesi, Corsi, Svizzeri, come quelli che formano geograficamente parte della bella Penisola. La sala era addobbata di trofei, bandiere nazionali, vessilli tricolori. I nomi dei martiri della patria si leggevano intorno le pareti. Varie furono le epigrafi che per brevità di tempo non possiamo trascrivere. Da un lato della gran sala era una tribuna per coloro che chiedevano parlare o leggere; montarono su quella gli avvocati C. L. Loschi parmigiano, e A. Chiellini toscano, un Bianchi di Lucca, un Borioni romano, Adriano Lemmi, Gustavo Dewitt, e Roberto Servi toscani, un Malaspina corso, il marchese Ciccolini bolognese, e tutti dissero e lessero parole di vero e caldo amor patrio. Gli argomenti verranno più tardi pubblicati perchè meritevoli di stampa. L’ordine fu rispettato; la concordia fraterna italiana vieppiù consolidata. Venne dopo aperta una sottoscrizione per assistere la famiglia di un nostro patriotta morto in Roma, e quindi per formare un fondo onde stabilire un istituto italiano di educazione civile e religiosa. Furono raccolte sul momento somme vistose. Le bande musicali rallegravano gli spiriti ec.»

Queste cose che abbiamo narrato si riferiscono al febbraio 1848; ma i nostri lettori non avranno che a ripiegarsi di qualche mese indietro per ritrovare nel nostro capitolo XI del primo volume il racconto della messa solenne che si celebrò in Costantinopoli allorquando si volle festeggiare la incolumità del papa, scampato alla finta con-

  1. Vedi il Corriere Livornese che passava pel giornale di Guerrazzi, del 3 marzo 18-18, quarta pagina.