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della rivoluzione di roma | 53 |
» Infiniti furono dal primo fino all’ultimo momento del convito, gli evviva a Pio IX, alla costituzione italiana, a Carlo Alberto, ai principi riformatori, alle bandiere tricolori, ed a tutto quanto apparisce nell’opra dell’italiano risorgimento.» Seguono i discorsi che si omettono.
Quanto alla cortesia usata non abbiamo a dir nulla: chè anzi dobbiamo mostrarci gratissimi ai Napolitani di tutte le gentilezze onde ricolmarono questi quattro individui. Solo non abbiamo voluto passar sotto silenzio un tal banchetto eminentemente patriottico, e dato in tempi in cui i banchetti politici furono adottati come il mezzo più efficace ad operare e continuare lo svolgimento della rivoluzione. Ciò verrà meglio chiarito quando nel capitolo seguente parleremo dei banchetti patriottici che prelusero alla francese rivoluzione.
Non sarà discaro ai nostri lettori di passare dal ridente soggiorno ove giace la bella Partenope alle non meno ridenti rive del Bosforo.
In quei giorni fu motivo di soddisfazione pel pontefice il sentire con quali segni di onore fosse ricevuto in Costantinopoli il suo rappresentante monsignor Ferrieri presso la corte della Sublime Porta, e come le autorità civili ed ecclesiastiche onorassero sì splendidamente nel detto prelato il personaggio venerando ed augusto del pontefice che avealo colà inviato.
Certo non poteva non essere oggetto di grande conforto e di grande meraviglia insieme pel pontefice il sentire che in Oriente, sede e centro dell’Islamismo, si tributassero tanti onori a colui che rappresentava il capo della chiesa latina, mentre in Roma, sede e centro del cattolicismo, la sacra ed augusta persona del vicario stesso di Cristo, benché a parole fosse encomiata, era poco men che disconosciuta ed offesa. La narrazione delle onorificenze ricevute da monsignor Ferrieri somministrò argomento ad un articolo di fondo nella Gazzetta di Roma.1
- ↑ Vedi la Gazzetta di Roma del 18 febbraio 1848.