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citar gli animi sopra l’umano sentimento. 11 duca di Proto, uno di quei che hanno testé ricevuto amnistia, indirizzò gentili espressioni ai civici romani, ed a quello il signor Federico Torre, uno dei valenti compilatori del Contemporaneo, diè parole di risposta quali noi riportiamo nel seguito. Seguirono brindisi e discorsi parte letti e parte improvvisati, fra’ quali furono improvvisi e bellissimi quei del barone Bellelli, e del canonico Pellicano già condannato a morte, ed ora per l’amnistia tornato all’amore del popolo, alle lettere ed alla gloria. Il conte Alessandro Poerio declamò due odi piene di pensieri e di affetti caldi e potenti. In mezzo ad essi sorse il signor Leopoldo Spini uno dei direttori del nostro giornale, e disse parole quali si convenivano alla grande ed avventurosa circostanza, che vengon da noi qui appiedi trascritte. Ogni pensiero che egli manifestava era seguito da un plauso generale. Le poesie, i discorsi, e singolarmente quelli pronunziati dai signori Torre e Spini, furono accolti col massimo universale entusiasmo tanto dai Napoletani quanto dai Siciliani ivi prepresenti. Alla fine di essi, dopo plausi i più strepitosi, corsero tutti ad abbracciarli, stringerli, baciarli, e dimostrare loro tanti affetti, cui manca il nome a designare. V’erano il celebre Stefano Romeo, Casimiro de Lieto, cavalier Federico Genovese principe di Torella, ed altri illustri amnistiati; v’erano il principe di Lequile Saluzzo, il marchese del Tito, il marchese di Sterlick, le guardie del corpo cavalier Filioli, cavalier Pallavicino di Proto, Don Camillo Caracciolo Torelli, il capitano del Balzo, il duca dell’Albaneto, il conte Bankoschi, il marchese Luigi Dragonetti, ed il noto D. Michele Viscusi (il Ciceruacchio di Napoli) il quale, a suo modo, parlò cose bellissime. I convitati erano oltre a sessanta. Alla fine del pranzo apparve la principessa cristina Belgioioso, disse alcune parole piene di caldo spirito italiano, ebbe molti applausi e partì.