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Questo epilogo di fatti e di date non dubitiamo punto che verrà apprezzato da chi con mente riposata e tranquilla leggerà le presenti carte, e vi rinverrà la prova chiara come la luce del giorno che le feste a Piò IX non furono che un inganno onde comprometterlo e trascinarlo se possibile fosse nella rivoluzione, coll’intendimento per altro che, raggiunto lo scopo propostosi, si sarebbe chiusa coll’esautorazione di Pio IX la lista dei papi e sovrani di Roma e degli stati della Chiesa.

Se finalmente voglia riflettersi che in Roma, come a centro comune, affluirono, chi prima e chi dopo, il marchese d’Azeglio, l’abate Gioberti, il conte Carlo Pepoli, il conte Recchi, il marchese Pasolini, il conte Pietro Ferretti, il professor Montanelli, Pier Silvestro Leopardi, l’avvocato Pescantini, monsignor Gazola, Filippo De Boni, l’avvocato Canuti, Lord Minto, il conte Mamiani, Giuseppe Ricciardi, Giovanni, Pietro e Stefano Romeo, Benedetto e Pasquale Musolino, Silvio Spaventa, Aurelio Saliceti, Carlo Rusconi, l’avvocato Zannolini, Rocco Susanna, Niccolò Tommaseo, il conte Pompeo di Campello, l’avvocato Giuseppe Galletti, la principessa Trivulzio di Belgioioso, il marchese Dragonetti, il conte Amari, il generale Armandi, il professor Francesco Orioli, il conte Giovanni Marchetti, il padre Ugo Bassi, il canonico Lorini, il padre Gavazzi, il canonico Ambrosoli, Antonio Torricelli, Giovanni Nicotera, Agostino e Antonio Plutino, Giuseppe Massari, Gennaro Bomba, Vincenzo Carbonelli, Pietro Sterbini, Ruggero Colonnello, Leonida, Ludovico e Vincenzo Caldesi, Vincenzo Cattabeni, il conte Casanova, il dottor Giuseppe Cannonieri, il marchese Ala Ponzoni, il conte Opprandino Arrivabene, il dottor Pirazzoli, Lorenzo Valerio, Livio Zambeccari, Antonio Zambianchi, il maggiore Zambianchi, Enrico Cernuschi, Alberto Quinterio, Tommaso Piazzoni, l’abate Rambaldi, il colonnello Ribotti, il generale Ribynski, Felice Orsini, il padre Achilli, Rodolfo Audinot, Carlo Berti Pichat, il generale Antonini, il generale Ar-