Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. II).djvu/540

534 storia


Intanto quantunque ci siam pronunziati costantemente avversi ai circoli, non possiam pretermettere un giusto tributo di lode a chi prese in quei giorni a reggere il circolo popolare, perchè in momenti difficilissimi seppe preservare l’ordine pubblico, nè è a nostra cognizione che accadesse sconcerto di sorta alcuna.

Forse dirassi che ne imposer col terrore. Sia pure. E in tal caso non potrebbe dirsi (e qualcuno lo disse) essere quasi meglio il terrore che ti protegge e ti fa vivere tranquillo, anzichè la debolezza e la compiacenza che ti tengono in un’agitazione continua, e in un inferno costante?

Altro episodio meritevole di essere narrato, fu la proposizione fatta dal Potenziani nel Consiglio dei deputati del 20, onde porgere un atto di rispetto e di omaggio al Santo Padre, per parte della intiera assemblea, in seguito degli accaduti sconcerti; ma il Canino vi si oppose gagliardemente dicendo così: «Non è tempo ancora, o colleghi, di parlare di ringraziamenti, e molto meno di devozione;. è tempo di vedere attivate quelle promesse che il popolo ha ottenuto dal potere.»[1] E richiamato alla questione dal Potenziani, soggiunse con forza: «Sono perfettamente nella questione, quando per oppormi ad una compromettente proposizione, rivendico i diritti del vero e legittimo sovrano del nostro paese, del popolo italiano! Ed è inutile che io qui mi accinga a svolgervi un pensiero che grazie a Iddio è quello di tutta Italia, la quale saprà spezgare e Camere e troni, che volessero mettere intralci ai slanci generosi ed energici di questo primo paese del mondo. Io mi oppongo con tutta la forza alla imprudente proposizione del deputato di Rieti.»[2] In seguito di ciò la proposizione non ebbe corso.

E così mentre è legge di civiltà e dovere sociale, quando qualche cosa di dispiacente o di sinistro sia acca-

  1. Vedi Ranalli, II vol. pag. 535, terza ediz. di Firenze
  2. Vedi il Supplemento al n. 240 della Gazzetta di Roma.