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In seguito di questi due atti (il primo dei quali non venne inserito nella Gazzetta ufficiale) tutte le autorità dettero la loro adesione, e fecero sottomissione al circolo il quale sin dal giorno 16, mentre pendeva incerto l’esito della rivoluzione, aveva deciso che il capitano Giovanni Angelini, aiutante maggiore del 3.° battaglione civico, avesse l’incarico, di sorvegliare il comando della piazza, ma non volle accettare;1 che Angelo Tittoni dovesse presiedere alla civica, ed il maggiore Roero alla truppa di linea. Quanto al colonnello Steuart, lasciavasi al comando del castel sant’Angelo, fidando nella sua onestà ed onoratezza.

Queste disposizioni però non furon che momentanee ed in via di urgenza. Le abbiamo estratte dall’Epoca, la quale sicuramente era bene informata, trovandosi i suoi direttori alla testa del movimento.2

Nel giorno stesso essendo stata allontanata la guardia svizzera dal Quirinale, venne chiamato dal prefetto dei palazzi apostolici cardinale Antonelli un distaccamento civico ad occupare i posti di competenza degli Svizzeri.3

Quei due giovani Carbonelli e Bomba esiliati dal Rossi, e partiti per Civitavecchia il giorno 14, risaputa lo stesso giorno 15, mentre ancora erano colà, l’uccisione del Rossi, vennero da quel delegato pontificio monsignor Bucciosanti posti in libertà. Con una lettera che scrissero ad un amico in Roma e. che venne inserita nel Contemporaneo del 18, raccontano il fatto; 4 e questa lettera in Originale è nelle nostre maniv, e fa parte della nostra raccolta.5 Liberati appena dal Bucciosanti, partiron per Roma.

Si conobbero nello stesso giorno 17 i nomi dei componenti il nuovo ministero, ed erano:


  1. Vedi la nomina dell’Angelini nel n. 203 dell’Epoca.
  2. Vedi l’Epoca del 17 novembre 1848.
  3. Vedi Lubiensky opera citata, pag. 257.
  4. Vedi il Contemporaneo del 18 novembre 1848.
  5. Vedi il vol. Autografi di personaggi politici, n. 18.