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con una battuta di mani, si persuadeva sempre più che le fossero cose buone, innocenti e a se vantaggiose, le quali poi se venivan contrastate, s’insinuava sempre a questo popolo ingannato che lo fossero dai nemici di lui, che al solito erano i cardinali, i prelati, i Gesuiti, i neri e via discorrendo.

Il circolo popolare allora, vedendo che il papa nel solo intendimento di evitare spargimento di sangue aveva consentito di affidare al Galletti la formazione del nuovo ministero, sentì che il suo scopo era raggiunto, e che ad esso devolvevasi la palma del trionfo. Avea vinto il popolo; dunque il comando era al circolo popolare. In tale stato di avvenimenti, assunse a se l’indirizzo della cosa pubblica, e si costituì in potere supremo, fino a che il ministero fosse definitivamente installato.1 A tal effetto la sera stessa del 16 di novembre emise il seguente


Indirizzo.

«IL CIRCOLO POPOLARE NAZIONALE

» al popolo di roma.


» La patria si trova in gravissimi pericoli. Il sangue cittadino ha macchiato il nostro suolo. In questi gravi momenti i buoni cittadini devono sagrificarsi al sacro dovere di salvare il paese. Il circolo popolare assume l’imponente responsabilità di dare le opportune disposizioni provvisorie per assicurare le vite, l’onore e le sostanze dei Romani e per cercare di stabilire l’ordine, e questo finchè non si sarà costituito un Governo.

» Si fa noto perciò al popolo che il centro delle operazioni è posto nelle sale del circolo popolare al palazzo Fiano. Sono invitati perciò i buoni cittadini a ri-

  1. Vedi Rusconi, La repubblica romana del 1849, pag. 56.