Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. II).djvu/527


della rivoluzione di roma 521

zioni del ministro delle armi, il quale pregato dal Zamboni di voler su ciò consultare prima il Santo Padre, gli rispose essere mente di Sua Santità che si associasse ancor esso alla dimostrazione. Dissero alcuni allora che Lentulus, temendo una irruzione popolare, esclamasse; «Ch’esso aveva famiglia e non voleva compromettere la esistenza sua e della medesima col fare una insensata opposizione1

Si parlò pure di un biglietto diretto al Zamboni dal Santo Padre, ove sicuramente erano le sue istruzioni sul modo di condursi; ma questo biglietto non pervenne nelle sue mani che il giorno seguente a cose sfasciate. Non ne dà alcun cenno il Farini. Il conte Lubiensky è più esplicito, e narra il fatto distesamente. 2

Quelle turbe incomposte, fattesi man mano più imponenti ed audaci, commisero ad una deputazione di cinque individui di recare al Santo Padre i Principî fondamentali che richiedevansi dal popolo, per ottenerne la sua accettazione, non che i nomi dei ministri che dal sedicente popolo chiamavansi al potere. E se lo chiamiam sedicente, egli è perchè tale non può chiamarsi un’accozzaglia qual’era quella riunita sul Quirinale, composta di elementi oscuri, disordinati, nel solo misfare esercitati e provetti.

Il Santo Padre incaricò allora il Cardinal Soglia d’intendersela col Galletti per la formazione del nuovo ministero.

Il Galletti parlamentario cominciò la risposta al popolo dal torrione che fiancheggia il palazzo del Quirinale. Il popolo tacque per un momento, ma poco dopo levaronsi alte grida, indicanti che volevasi all’istante un ministero democratico. Allora il Galletti per calmarlo tornò di nuovo dal papa coi deputati, ma nulla di più ottenne e ne informò il popolo, dicendo che il Santo Padre non voleva

  1. Vedi la Relazione manoscritta in difesa del Zamboni, nel vol. VII Documenti, n. 40. A. — Vedi Coppi, Annali ec. Vol. X, anno 1848, pag. 645.
  2. Vedi Lubiensky, da pag. 253 a pag. 257.