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costante di sedizione e scompiglio. Proveranno vergogna essi stessi, fatti maturi dalla esperienza, per queste loro prodezze, e inorridiranno nel rammentarsi cfie un uomo qual si fu il Zucchi, venisse due mesi dopo da un conte Campello ministro delle armi trattato come un vecchio imbecille, e disfidato a duello.

Ora ci resta a parlare di un altro politico episodio che venne ad aumentare gli elementi di discordia in Italia.

Caduto il Gioberti dai seggi ministeriali in Piemonte, concepì l’idea di convocare nella capitale del regno Sabaudo un’assemblea, o congresso federativo, pel 10 di ottobre; ed a tal effetto diramò una circolare a tutti i suoi amici, ed ai circoli d’Italia.1

Qual fosse lo scopo reale o il razionale divisamente del Gioberti, non vogliamo per ora esaminare. Designamo semplicemente il fatto, e solo ci permettiamo di aggiungere alcune osservazioni che il Farini ci ha strappato dalla penna.

Per intelligenza però delle nostre osservazioni sottomettiamo ai nostri lettori i nomi dei personaggi politici che partiron da Roma per recarsi al congresso federativo, e che furono:

Il conte Terenzio Mamiani pel circolo romano.

Il dottor Pietro Sterbini pel circolo popolare.

Michelangelo Pinto pel casino dei commercianti.

Leopoldo Spini, che nel 1849 fu sostituto del Triumvirato.

Il principe di Canino, in compagnia di Giovanni Andrea Romeo calabrese, il quale fu uno dei capi dell’insurrezione calabra.

Pier Silvestro Leopardi, napolitani, rappresentante del governo di Napoli presso Carlo Alberto, e autore di alcune memorie storiche.

Silvio Spaventa, uno dei deputati che preser parte ai moti di Napoli del 15 maggio.


  1. Vedi le Narrazioni storiche ec. del Leopardi, pag. 344.