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cardinali noi sappiamo. Noi crediamo, poco: secondo però l’opinione generale, pochissimo.

Ma in merito al progetto della lega, che fu lo scopo precipuo della sua venuta in Roma, fosse che il cambiamento di ministero accaduto nel frattempo in Piemonte per la caduta del Gioberti, avesse portato cambiamenti nelle idee, o che il progetto rosminiano che il suo autore inviò in Torino non fosse piaciuto, egli sembra indubitato che dopo un mese d’aspettazione, il Rosmini ricevette per risposta che quel ministero maturamente considerata ogni cosa, non credeva tempo opportuno d’intavolare negoziati per una confederazione italiana, e quindi gl’inviava un progetto di semplice lega, ossia di un’alleanza offensiva e difensiva da negoziare col governo romano. 1

E questo progetto ministeriale non piaciuto affatto al Rosmini, fece sì che egli si scusasse dall’iniziar le trattative e pregasse il ministero di affidare ad altri un simile incarico. Fu in allora che il governo del Piemonte mandò a Roma il consigliere De Ferrari, sostituito al Rosmini, e che il Rossi elaborò il suo progetto o schema di lega che può leggersi nel secondo volume del Farini. 2

Con questi brevi cenni abbiamo voluto soltanto dare un’idea di quel progetto di lega che pareva essere eminentemente a cuore del Rossi, e provare benanco che la rottura dei negoziati non dal pontificio governo, ma sì bene da quel di Piemonte provenisse. Su di ciò peraltro avremo occasione di ritornare in seguito.

Coll’aver dato, siccome facemmo con quanto precede, alcuni cenni biografici sul Rossi, sul suo carattere personale, sui suoi principi politici ed in ispecie sulla sua propensione per la monarchia costituzionale in genere e sulla necessità che un cosiffatto reggimento venisse preservato in Italia; e coll’avere finalmente esposto le sue simpatie per la lega o confederazione italiana, speriamo di aver

  1. Vedi Farini op. cit. vol. II, pag. 341.
  2. Vedi Farini op. cit. vol. II, pag. 342.