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degno di ottenere da Dio che infonda nei cuori vostri e degl’Italiani tutti lo spirito pacifico della sua sapienza: ma è pronto altresì a resistere con la virtù delle già date istituzioni agl’impeti disordinati, come sarebbe pronto a resistere a domande non conformi ai doveri suoi e alla felicità vostra. Ascoltate adunque la voce paterna che vi assicura: e non vi commuova questo grido che esce da ignote bocche ad agitare i popoli d’Italia con lo spavento di una guerra straniera aiutata e preparata da interne congiure o da malevola inerzia de’ governanti. Questo si è inganno: spingervi col terrore a cercare la pubblica salvezza nel disordine: confondere col tumulto i consigli di chi vi governa: e con la confusione apparecchiare pretesti ad una guerra che con nessun altro motivo si potrebbe rompere contro di noi. Qual pericolo infatti può sovrastare all’Italia finché un vincolo di gratitudine e di fiducia, non corrotto da nessuna violenza, congiunga insieme la forza dei popoli con la sapienza dei principi, con la santità del diritto? ma noi massimamente, noi capo e pontefice supremo della santìssima cattolica religione, forsechè non avremmo a nostra difesa, quando fossimo ingiustamente assaliti, innumerevoli figliuoli che sosterrebbero come la casa del padre il centro della cattolica unità? Gran dono del cielo è questo fra tanti doni con cui ha prediletto l’Italia: che tre milioni appena di sudditi nostri abbiano dugento milioni di .fratelli d’ogni nazione e d’ogni lingua. Questa fu in ben altri tempi, e nello scompiglio di tutto il mondo romano, la salute di Roma. Per questo non fu mai intera la rovina dell’Italia. Questa sarà sempre la sua tutela finché nel suo centro starà quest’apostolica Sede. Oh, perciò, benedite gran Dio l’Italia, e conservatele sempre questo dono di tutti preziosissimo, la fede! Beneditela con la benedizione che umilmente vi domanda, posta la fronte per terra, il vostro vicario. Beneditela con la benedizione che per lei vi domandano i Santi a cui diede