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della rivoluzione di roma | 463 |
Fra i giornaletti nuovi della prima quindicina di settembre sono da annoverare i seguenti:
- Il Biricchino
- La Commedia
- Il Diavolo Zoppo
- La Frusta
- Il Lanternino del diavolo
- Il Mentore
- Il Rugantino
- Il Tedesco.
Ma il Don Pirlone intanto colle sue quanto spiritose altrettanto maligne caricature era surto per ecclissare tutto il resto; e col porre in ridicolo e papi e sovrani e ministri e diplomatici e le capacità e le incapacità, veniva disponendo assai tristamente lo spirito pubblico e spianando la via a que’ mutamenti, che avvennero in progresso di tempo. La pubblicazione del Don Pirlone persuase i più increduli che se nella Roma dei papi un giornale di quella natura non poteva impedirsi, il governo era divenuto uno scheletro vestito, e la rivoluzione aveva trionfato completamente. In una parola ad onta dei puntelli, l’edificio secolare e venerando delle somme chiavi se non veniva rovinando del tutto, riceveva tali percosse da rimanere per lunga pezza intronato. I governi è vero che poi si rialzano; ma rialzati che siano, si rialza pur ella, dopo tante ferite, la morale pubblica?
Rammentiamo però sempre che il giornalismo, serio o burlesco, venne alimentato quasi tutto da penne non romane che fecer di Roma mercato turpe e infame bordello.
Intanto il 7 di settembre il ministro delle finanze Lauri emetteva una ordinanza sull’affrancazione dei canoni, per la quale si accordava una proroga di sei mesi.1
- ↑ Vedi la Gazzetta di Roma del 9 settembre 1848.