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della rivoluzione di roma | 457 |
libera è vero dal nemico esterno; ma altro più feroce e terribile le cento volte signoreggiava in seno della città stessa. Questo era la plebe sfrenata e sanguinaria, priva di mezzi ed avida di vendette e di sangue cittadino, sotto il cui servaggio tirannico trovossi per vari giorni ridotta. Ad uscire pertanto da uno stato così terribile e minaccioso, non pei grandi e pei ricchi soltanto, ma per tutti coloro che non partecipavano a tali nequizie e costituivano la parte sana ed onesta della città (che a lode del vero in Bologna è numerosissima), veni vasi finalmente ad adottare un qualche provvedimento col quale potesse ristorarsi l’ordine manomesso, e imprimersi un carattere-di unità e di speditezza all’azione governativa.
Venne quindi istituito un commissariato straordinario per le quattro legazioni residente in Bologna, e composto dei seguenti:
- Cardinale Amat come presidente e del
- Conte Gaetano Zucchini, senatore di Bologna, e
- Conte Galeazzo Fabbri di Cesena, come consiglieri.1
Dalle cose di Bologna ritornando poi a quelle di Roma, dobbiam rammentare che il 19 di agosto venne solennizzato con pompa nella chiesa del Gesù il rito funebre in suffragio dell’anima di Natale Del Grande colonnello della prima legione romana, morto a Vicenza il 10 di giugno, come raccontammo nel capitolo XIII, e le cui spoglie mortali giunsero in Roma il giorno 18 di agosto. 2 La descrizione del cerimoniale può leggersi nella Gazzetta di Roma.3 Ci resta solo ad avvertire che ad un tale abate Giacomo Borgonovo che doveva recitare l’orazione funebre, venne interdetta la parola dall’autorità ecclesiastica. 4
Se lamentevole fu la fine del colonnello Del Grande in guerra, lamentevole del pari fu quella del nuovo ministro