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Intanto il pontefice a calmare la effervescenza degli spiriti, fece scrivere lo stesso giorno 8 dal Cardinal Soglia al Cardinal Marini legato in Forlì, affine d’invitarlo a condursi senza indugio veruno dal generale Welden in compagnia del principe Corsini e del principe Annibale Simonetti, per domandargli ragione dei motivi che lo indussero al passo violento di occupare parte delle provincie settentrionali dello stato pontificio, e con parole ferme e decise imporgli di retrocedere, lasciate libere le provincie medesime; intimandogli in caso contrario che Sua Santità avrebbe fatto uso di tutti quei mezzi che sono in suo potere per respingere l’ingiusta occupazione.1

Avendo però rinunziato il principe Simonetti uno dei tre membri eletti da Sua Santità per questa missione, gli venne sostituito il conte Guarini membro del Consiglio dei deputati. Racconteremo più tardi i risultati di questa missione.2

Prima però che proseguiamo la narrazione delle nostre vicende in Roma, è d’uopo riportare la nostra attenzione sopra un atto solenne che risvegliò le ire dei nemici di Carlo Alberto, ch’erano i repubblicani. Intendiamo con ciò di voler parlare dell’armistizio Salasco, concluso il 9 di agosto nei seguenti termini:


Convenzione d'armistizio

fra l’esercito sardo e l’esercito austriaco

come preliminare delle negoziazioni per un trattato di pace.


» Art. 1. La linea di demarcazione fra i due eserciti sarà il confine istesso degli stati rispettivi.

» Art. 2. Le fortezze di Peschiera, Rocca d’Anfo ed Osopo verranno sgombrate dalle truppe sarde ed al-

  1. Vedi la Gazzetta di Roma dell’8 agosto 1848. — Vedi nel vol. VII Documenti (seconda collezione) il bollettino anticipato della Gazzetta di Roma, ov’è riportato il dispaccio del card. Soglia al card. Marini dell’8 agosto, numero 48.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma dell’8 agosto 1848.