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Il ministro delle armi Campello il quale il giorno 6 di agosto era stato innalzato dal pontefice a quel posto, e la cui scelta non era ancora annunziata al pubblico, emise il detto giorno, e fece la sua prima comparsa con un proclama foggiato alla Welden, col quale chiamava i volontari reduci dal Veneto e le colonne civiche ad ingrossare le fila dei difensori dello stato; ordinava la formazione di colonne mobili in tutte le città e paesi del medesimo; creava consigli di guerra per tutti i corpi; e quanto ai fondi, prescriveva che sotto la responsabilità dei rispettivi consigli di amministrazione dovessero chiedersi al ministero.1

Questi ordini allarmanti tanta impazienza e commozione eccitavan negli animi, che facendosi pressa da tutte le parti su quello del Santo Padre, ebbe ordine il Cardinal Soglia, suo segretario di stato, di pubblicare la seguente:


Protesta

di Sua Santità Pio IX per l’invasione austriaca.2


«Fino dal principio del suo pontificato la Santità di Nostro Signore osservando la condizione dello stato pontificio, non che quella degli altri stati d’Italia, come Padre comune dei principi e dei popoli, alieno egualmente dalle guerre esteriori che dalle discordie intestine, per procurare la vera felicità dell’Italia, immaginò ed intraprese le negoziazioni di una lega fra i principi della penisola, essendo questo l’unico mezzo atto ad appagare le brame de’ suoi abitanti, senza punto ledere i diritti dei principi, nè contrariare le tendenze dei popoli ad una ben intesa libertà. Queste negoziazioni furono in parte secondate, ed in parte tornarono infruttuose.


  1. Vedilo nel vol. VI, Documenti, n. 126.
  2. La suddetta intestazione era soltanto nel foglietto a stampa che circolava per Roma.