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nostro secolo, che ancor viveva in tempo di mia gioventù e che tutti se non avete conosciuto di persona, certamente conoscete dalle istorie, anche nelle estreme angustie non azzardò mai di mettere sul campo di battaglia uomini accozzati poco prima e non addestrati alla militar disciplina. Voi parlate di fare appello a legioni straniere; ma questo appello richiede lungo tempo per le trattative e pei viaggi, e d’altra parte voi parlate di pericoli imminenti. Speriamo che la Provvidenza di Dio sarà per riparare ai bisogni dello stato e dell’Italia, adoperando quei mezzi che noi non conosciamo ma che dobbiamo adorare.

»Vi ha tra voi la maggior parte di Consiglieri, i quali non lasciandosi trascinare dall’impeto delle passioni, conoscono i veri bisogni del paese, trai quali il maggiore, il più urgente si è quello di ristabilire l’ordine pubblico così conculcato ed oppresso.

»Vi accompagno col mio affetto e colla mia benedizione.»

Il discorso dei deputati che abbiamo riportato prima porta l’impronta della leggerezza giovanile o l’avventatezza di fanciulli inesperti; la risposta del papa, quella degli uomini di senno e di esperienza.

A questi discorsi succedette la pubblicazione in data del 2 del seguente moto-proprio:

«L’agitazione, che presentemente si è impadronita degli animi per la diversità degli avvenimenti che vanno succedendo, richiede istantemente che per quanto è da noi venga calmata, richiamando la fiducia e la confidenza. Il ministero da lungo tempo dimissionario, ha oggi ripetuto le sue istanze pel definitivo ritiro. Non potendosi così rimanere, abbiamo chiamato ed è giunto in Roma il pro-legato di Urbino e Pesaro conte Odoardo Fabbri, che formerà parte della nuova combinazione ministeriale. Queste nostre premure debbono risvegliare negli amimi di tutti i buoni la confidenza, che meglio verrà a con-