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Se questo fosse uno stato di cose lusinghiero e da eccitar gli encomî delle estere nazioni, alcune delle quali (e la inglese massimamente) compiacevansi nel vedere che gli stati romani fossero entrati nella vita costituzionale, lasciamo che ogni lettore di buon senso e di buona fede lo giudichi.

Ed affinchè si possa conoscere qual fosse l’indirizzo dei deputati del 1.° di agosto, quale la risposta del Santo Padre, e l’atto del medesimo del giorno 2 per rassicurare gli animi agitati e sconvolti, li riportiamo tutti per intiero.

Estratto dal Giornale romano del 3 agosto 1848 numero 12:

«Martedì sera la Santità di Nostro Signore ammise all’udienza la commissione scelta dal Consiglio dei deputati per presentare il seguente


»Indirizzo.


»Beatissimo Padre,

»Nelle strette della patria il Consiglio dei deputati ha ricorso a Vostra Beatitudine, nel nome di cui l’Italia si levò a difesa del diritto di sua nazionalità, consacrato da quelle divine parole che indirizzaste al Potente, il quale unicamente sul ferro mal vuole poggiare la sua dominazione.

»L’indipendenza d’uno stato italiano non può farsi secura se Italia tutta non sia indipendente. Per noi trattasi oggimai di essere o non essere Italiani; per Voi principe, si tratta di moderare un popolo libero o di servire con noi allo straniero; per Voi pontefice, si tratta di difendere le proprietà della Chiesa della quale Voi siete venerabile capo. Il Consiglio dei deputati vuole risolutamente difendere sino all’estremo tutti i diritti della Chiesa, del popolo, della nazione. Oh padre santo! fidate, fidate ne’ rappresentanti del vostro popolo, eletti per