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416 | storia |
e gli aggregati ai circoli co’ loro stemmi e bandiere facevan parte della pompa.1 Il Corso era parato a festa, e grande era il concorso di popolo per osservarli. Roma volle onorarli e n’ebbe ragione, perchè eransi mostrati valorosi, ma si eccedette nei modi. Avresti detto essere i Romani che ritornavano dopo avere espugnato Cartagine.
Entrati per la porta del Popolo, percorsero interamente la via del Corso, e sulla piazza di Venezia sostarono: quindi, recatisi subito al Gesù, preser possesso di quella casa professa. E tutto ciò facevasi in Roma imperante Pio IX e disvolendolo il suo ministro delle armi principe Doria.
Ci sarà lecito quindi di richiedere se in Roma comandava il sovrano co’ suoi ministri, o non piuttosto apertissimamente la rivoluzione?
Pubblicaronsi in quella occasione due foglietti stampati in nome dei Romani, uno dei quali portava per titolo Ai militi della gloriosa legione romana, e l’altro Militi generosi.2
La inobbedienza agli ordini del ministro delle armi e la infrazione scandalosa della militare disciplina, fecer sì che il principe Doria rinunziasse il giorno 27 e gli venisse sostituito il conte Pompeo di Campello.3
Due giorni prima eran giunti in Roma, reduci dalle Calabrie ove eransi battuti contro le truppe regie,
- Giuseppe Ricciardi
- Benedetto Musolino
- Luigi Miceli
- Stanislao Lupinacci
- Nicola la Piane
- Giuseppe Sardi
- Pasquale Musolino
- Luigi Caruso
- Rocco Susanna.4