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e gli aggregati ai circoli co’ loro stemmi e bandiere facevan parte della pompa.1 Il Corso era parato a festa, e grande era il concorso di popolo per osservarli. Roma volle onorarli e n’ebbe ragione, perchè eransi mostrati valorosi, ma si eccedette nei modi. Avresti detto essere i Romani che ritornavano dopo avere espugnato Cartagine.

Entrati per la porta del Popolo, percorsero interamente la via del Corso, e sulla piazza di Venezia sostarono: quindi, recatisi subito al Gesù, preser possesso di quella casa professa. E tutto ciò facevasi in Roma imperante Pio IX e disvolendolo il suo ministro delle armi principe Doria.

Ci sarà lecito quindi di richiedere se in Roma comandava il sovrano co’ suoi ministri, o non piuttosto apertissimamente la rivoluzione?

Pubblicaronsi in quella occasione due foglietti stampati in nome dei Romani, uno dei quali portava per titolo Ai militi della gloriosa legione romana, e l’altro Militi generosi.2

La inobbedienza agli ordini del ministro delle armi e la infrazione scandalosa della militare disciplina, fecer sì che il principe Doria rinunziasse il giorno 27 e gli venisse sostituito il conte Pompeo di Campello.3

Due giorni prima eran giunti in Roma, reduci dalle Calabrie ove eransi battuti contro le truppe regie,

Giuseppe Ricciardi
Benedetto Musolino
Luigi Miceli
Stanislao Lupinacci
Nicola la Piane
Giuseppe Sardi
Pasquale Musolino
Luigi Caruso
Rocco Susanna.4


  1. Vedi il Contemporaneo del 26 luglio. — Vedi la Pallade di detto giorno.
  2. Vedili fra i Documenti del VI vol. n 94 e 95. .
  3. Vedi la Gazzetta di Roma del 1 agosto n. 148.
  4. Vedi la Gazzetta di Roma 28 luglio pag. 584.