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al Santo Padre (come dai loro discorsi riportati in Sommario) e che il Santo Padre, mentre perseverava nel voler sostenere soltanto i suoi diritti di difesa, rispondeva colla sua solita imperturbabile calma, raccomandando la quiete, la pace e la religione .

Il giornalismo intanto consigliava la scomunica, i sommovitori gridavano armi ed alternavan le loro grida il giorno in apparente difesa del papa, la notte con quelle di morte ai preti.

Questo amalgama di contradizioni e di anomalie ci chiama alle seguenti riflessioni.

Considerando il commovimento degli animi, il quale ad ogni minima mossa degli Austriaci sul confine della pontificia dizione venivasi eccitando, si sarebbe dovuto credere che in chi più fortemente se ne risentiva fosse tale l’amore pel papato e per la integrità dei pontifici domini, tale la passione, la svisceratezza, e l’attaccamento, da confondersi quasi col delirio. Sicuramente che se sincere fossero state queste onorevoli passioni, e per una causa si giusta e sì rispettabile, noi pregheremmo altri a somministrarci le adeguate espressioni per commendarle, non sentendoci da tanto.

Ma un dubbio ci nasce, e con noi nasce in tutti quelli cui o la molta esperienza o la temperatezza delle opinioni rendon calmi e riflessivi sempre. Ecco il dubbio. — Eran desse sincere?

Queste svisceratezze partivan precipuamente (e su ciò non cade dubbio veruno, perchè parlano i nomi e le epoche) dai rivoluzionari i quali da circa quindici o venti anni e per fatti, e per discorsi, e per iscritti, ce ne han dato le prove. Bastava che si commettesse l’attentato, condannabile al certo, d’invadere un palmo di terreno dei pontifici domini, per mettere loro in sussulto i nervi ed in bollore il sangue.

Ma la storia c’insegna che coloro i quali si accendevan di più, eran sempre quegli stessi o quel partito, che nel 1831