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Roma. E con questo chiudiamo la narrazione dei fatti occorsi nel giorno 19 luglio.

L’indomani però tanto la deputazione dell’Alto Consiglio presieduta da monsignor Muzzarelli, quanto la commissione del Consiglio dei deputati con a capo il presidente avvocato Sereni, presentarono al Santo Padre ciascuna un indirizzo separato, i quali posson leggersi nel nostro Sommario.1

Ecco la risposta del Santo Padre al primo:

«Gli avvenimenti poco fa avvenuti in Ferrara hanno richiamata la nostra attenzione per adottare le misure reclamate dal dovere di garantire i domini temporali di questa Santa Sede. Voi nell’encomiare la giustizia di quest’atto, e nelle parole che adoperate per manifestarne la gratitudine, date un conforto al nostro cuore. La difesa di questi temporali domini in qualunque maniera violati sarà sempre un diritto, che noi protestiamo solennemente di volere nei debiti modi esercitare, ed accettiamo con animo riconoscente le offerte che voi ci fate per meglio poterli garantire. Anche, in questa occasione preghiamo per la prosperità dell’Italia invocando da Dio le sue benedizioni, perchè la preservi da ogni sciagura, e perchè prosegua a prediligerla mantenendo nel suo centro la Cattedra delle eterne sue verità, e in tutti i suoi confini la pratica delle medesime.»

Al Consiglio dei deputati poi rispose nel modo seguente:

«Fu sempre a cuore di questa Santa Sede difendere i diritti de’ suoi temporali domini, e gli augusti pontefici, ai quali siamo immeritamente succeduti, dettero prove replicate su ciò della loro fermezza. È per questo che noi ci siamo fatti un dovere di emulare i loro esempi, ed è questa la seconda volta che abbiamo fatto palesi i nostri sentimenti per i fatti di Ferrara. Alla prima

  1. Vedi al Sommario n. 28 e 29 amendue gl’indirizzi. — Vedi la Gazzetta di Roma del 20 luglio 1848. — Vedi il Giornale romano di detto giorno n. 6. — Vedi il vol. VI, Documenti, n. 85.