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che il rappresentante di Carlo Alberto presso la corte di Roma.

Ritornando ora sul disaccordo fra il pontefice e il ministero Mamiani, diremo che i discorsi che abbiam fatto conoscere del Rospigliosi e del conte Ranghiasci Brancaleoni avevano già svelato delle grandi verità sulla situazione del paese, cui si aggiunsero le pubblicazioni del Labaro, e sopratutto la risposta dignitosa e risentita del Santo Padre più sopra riportata. Ma ciò che mise il suggello fu un articolo del Costituzionale che divulgossi a profusione per le vie di Roma il giorno 15 di luglio, e che portava per titolo: Ingannare il popolo è un sacrilegio.1 Veniva per esso chiarito che il ministero Mamiani non solo non riposava su solide basi, ma accoglieva in se stesso i germi della sua dissoluzione.

Che restava allora a farsi dagli amici del Mamiani? Non altro che metter su una di quelle dimostrazioni di piazza per illudere o atterrire il popolo; e questa si feoe la sera di domenica 16 luglio.

Già fin dalla mattina eransi diramati gli avvisi stampati, coi quali il circolo popolare invitava i Romani a recarsi la sera in sulla piazza di Spagna ove alloggiava il ministro Mamiani, in casa del dottor Pantaleoni:2 «per dare una testimonianza di adesione e simpatia ai liberali principi che informano l’attuale ministero, recandosi presso il signor conte Mamiani come quegli che lo compone, e che riè la mente ed il centro3

La riunione ebbe luogo ad un’ora di notte, come dice la Pallade, movendo dalla piazza del Popolo. Era preceduta dagli ascritti ai circoli ed ai casini con numerose faci e bandiere, e giunta al luogo convenuto, presentò per mezzo de’ suoi delegati un indirizzo al conte Mamiani, il quale

  1. Vedi il vol. VI, Documenti, n. 72.
  2. Quantunque l’ingresso fosso in via del Babuino al n. 107, l’appartamento e le finestre prospettavano sulla piazza di Spagna,
  3. Vedi il vol. VI, Documenti, n. 89 I.