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della rivoluzione di roma | 363 |
Abbastanza avendo detto su ciò che concerne lo svolgimento della vita costituzionale in Roma, rivolgiamoci agli avvenimenti di altro genere che occorsero in quel tempo.
Partiva il 10 giugno da Roma il famoso Gioberti, festeggiato più o meno secondo il solito, ma non mai a coro pieno, perchè i più ferventi rivoluzionari in Roma non erano nè pel papa nè pel Piemonte, ma per la repubblica.1 Il giorno precedente alla sua partenza, diresse il Gioberti una lettera in ringraziamento al pro-direttore del circolo popolare Sisto Vinciguerra.2 Qualche giorno prima era stato pubblicato un foglio favorevole al Gioberti sul discorso tenuto contro il medesimo al circolo romano da Pietro Sterbini. Era costui un antagonista pronunziatissimo dell’abate piemontese, e cercò d’insinuare nel suo discorso che il Gioberti era mandato in giro da Carlo Alberto in Italia per fargli un partito nel senso di divenire dominatore e re della penisola italiana.3
Cadeva lo stesso giorno 10 di giugno dopo una ostinata difesa la città di Vicenza custodita dai nostri dodici o tredici mila combattenti, parte composti di truppe regolari e parte di volontari, i quali cedevano dopo aver pugnato coraggiosamente contro un numero di assalitori due o tre volte maggiore. Il colonnello della prima legione romana, Natale Del Grande, vi perdette la vita, e i prodi difensori ottennero una onorevole capitolazione. Con ciò i capi austriaci resero ai Romani un omaggio non tanto pel nome che portavano, quanto per aver saputo rendersene degni.
I Romani abbandonarono Vicenza il giorno 11 con tutti gli onori militari e promisero per tre mesi di non combattere contro l’Austria.