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354 | storia |
la sanzione sua propria e politica alla sanzione cattolica, dichiara che gli atti del principe sono santi, e non imputabili; ch’egli è autore soltanto del bene, e al male l’non può in ninna guisa partecipare. Certo guardando la cosa da questo lato, se il governo rappresentativo non esistesse in niun luogo, inventar dovrebbesi per queste romane provincie.
»Voi dunque siete chiamati, o signori, a consumare un gran fatto e profittevole a tutti i popoli, aiutando il sovrano ad elevare in fino al fastigio il nuovo edificio costituzionale; e oltre ciò, altri due beni notabilissimi arrecherete all’intero mondo civile. Il primo consiste a dare alle libertà e guarentigie della vita sociale e politica quella saggezza e moralità, e quell’elevatezza, purità e perduranza, che la religione sola imprime alle cose umane, e di cui le virtù e l’animo del pontefice sono vivo specchio e modello. Il secondo bene sarà pur questo, ch’essa medesima la religione fiorisca oggi mai e grandeggi in mezzo della libertà vera e ordinata, ed a se attragga gli uomini molto più efficacemente con la soave forza della persuasione e della spontaneità, che non coi mezzi del poter materiale.
»A noi impertanto, o signori, non toccherà solo di abbattere gli ultimi avanzi del medio evo, e gli abusi che necessariamente aduna ed accumula il tempo; ma ci è impartito un largo e nobile ufficio nel trovare e perfezionare insieme colle più culte nazioni le forme nuove della vita pubblica odierna.
»Il ministero che qui vedete presente, o signori, non è di tanta opera se non una parte minimissima e transitoria. Ciò non di manco egli sente l’immenso ed arduo proposito, a cui debbe intendere; e a lui tardava assaissimo che voi veniste a indicargli le prime mete, a incoraggiarlo del vostro suffragio, a spianargli col vostro senno le vie scabrosissime che dee calcare. Quando il principe augusto lo chiamò a reggere la cosa pubblica, la quiete